Amarcord #BiancAzzurro: Off vs out

Martedì 28 aprile 2015 si gioca, in turno infrasettimanale, la 38° giornata del campionato di serie B 2014 – ’15 ed il Pescara ospita la Pro Vercelli. Nel giro di due settimane, il destino dei biancazzurri e del loro allenatore Baroni si è completamente capovolto. Grazie, infatti, a due vittorie consecutive per 1 – 0 contro il Modena ed in trasferta a Lanciano nel derby contro la Virtus, il Delfino col capo chino nel mare di una classifica avara di soddisfazioni è risalito fino al sesto posto, in acque decisamente più cristalline, potendosi nuovamente specchiare nei play off, in compagnia di Avellino e Spezia.

Inevitabile il conseguente sospiro di sollievo di Baroni, la cui posizione sulla panchina abruzzese sembra essere tornata salda, dopo più di qualche scossone. Due successi senza strafare, all’insegna della praticità e dell’impermeabilità difensiva, serie possibilmente da incrementare, iniziando dal “teorema” del “non c’è due senza tre” da applicare ad una Pro Vercelli orfana di vittorie da cinque giornate ed assai pericolante, anche se virtualmente salva per effetto della classifica avulsa con Latina e Virtus Entella, con cui divide la quint’ultima posizione.

A cinque giornate dal termine, dunque, c’è chi, come il Pescara, gioca per l’off e chi, al pari dei Piemontesi, prova a non essere… out, nel senso di evitare, quantomeno, il terribile spareggio tra quint’ultima e quart’ultima (il play out, appunto) il cui esito determinerebbe la quarta squadra condannata alla retrocessione in Lega Pro. A Baroni mancano il febbricitante Rossi in difesa e lo squalificato Selasi a centrocampo e le scelte virano sul 4-2-3-1 con Fiorillo in porta, Pucino, Salamon, Fornasier e Zampano nelle retrovie, Zuparic e Memushaj in mediana, Caprari, Bjarnason e Politano terzetto di trequartisti dietro al centravanti Sansovini. Scazzola, allenatore dei Leoni, che da quattro giornate hanno staccato l’abbonamento al segno “X”, propone invece il 4-3-3, schierando Russo tra i pali, Germano, Cosenza, Bani e Liviero nel pacchetto arretrato, Ardizzone, Musacci e Castiglia nel cuore del campo, Belloni, Bunino e Luppi nel tridente d’attacco, privo di giocatori importanti come Di Roberto e soprattutto Marchi, il bomber vercellese, fratturatosi il braccio alcune settimane prima. Non meno significative le assenze dei difensori Scaglia e Coly.

Classifica alla mano e defezioni a più non posso, sembrerebbero esserci dunque le premesse perché Scazzola alzi le barricate, ma la gara della Pro Vercelli va subito su ben altri binari, ovvero quelli della spavalderia di una squadra giunta all’Adriatico per giocarsela alla pari, senza alcun complesso di inferiorità. Baroni e co, alquanto sorpresi dall’atteggiamento degli avversari, faticano ad imporsi sul piano della qualità per dettare le operazioni, condizionati pure dal diluvio e dal campo pesante. Addirittura, rischiano subito di andare sotto su azione d’angolo, su cui Ardizzone inzucca di testa, trovando un intreccio di gambe nemiche a negargli la gioia del goal. Allora ci pensa la cabala ad indirizzare la partita subito nel verso giusto per il Delfino: al 12’, Caprari ai trenta metri tenta un filtrante per Sansovini, ma sembra avere i missili nei piedi, tanto che l’attaccante biancoazzurro liscia la sfera, finendo però, complici anche due beffardi rimbalzi sul campo fradicio, con ingannare Russo, buttatosi in ritardo nel vano tentativo di proteggere l’angolino alla sua sinistra.

Passati in vantaggio, gli uomini di Baroni cercano di mettere il risultato al sicuro, senza però rendersi particolarmente pericolosi, eccezion fatta per una respinta maldestra di Bani sui piedi di Bjarnason, contrastato nella conclusione efficacemente da Cosenza, che si salva in angolo. Progressivamente la Pro esce fuori dal guscio con una certa vivacità, ma senza Marchi là al centro la “movida” vercellese si concentra in periferia, specie sulle fasce, dove Salamon è costretto più volte ad allargarsi come tappabuchi d’ordine pubblico. Dunque, su entrambi i fronti, portieri disoccupati, anche se, poco prima dell’intervallo, Fiorillo, a costo di attentare alle coronarie dei tifosi biancoazzurri con un dribbling azzardato, fa di tutto per guadagnarsi la pagnotta, rischiando la beffa fantozziana ad opera di Bunino.

Il secondo tempo continua a non offrire granché sul piano dello spettacolo, si tenta soprattutto da lontano, Musacci spara altissimo e Memushaj conclude fiacco tra le braccia di Russo. Baroni vede i suoi iniziare ad accusare la stanchezza della seconda partita in tre giorni, nonostante il mini turn over adottato, e, ragionando anche in ottica Avellino, al 19’ dà fiato a Caprari ed inserisce Pasquato. Il neo entrato dimostra subito freschezza e brio, prima servendo Zuparic per l’ennesimo tiro da lontano che si perde sul fondo e poi facendo saltare il banco sulla sinistra, senza però che Bjarnason riesca a colpire di testa con efficacia l’interessante traversone proposto dalla mezza punta biancoazzurra.

Gli All Blacks Piemontesi resistono e Scazzola capisce che è il momento di giocarsi il tutto per tutto, mettendo Sprocati al posto di Belloni e soprattutto Beretta per Castiglia, ovvero una punta centrale per un centrocampista. Mosse che aumentano la capacità offensiva della Pro che, a 39’, ha l’occasionissima per il pareggio con Ardizzone, il cui rigore in movimento viene deviato in corner da Fiorillo con un gran colpo di reni, per la disperazione dei dieci tifosi vercellesi scesi in Abruzzo.

Ecco, dunque, il terzo 1 – 0 di seguito, che consente al Pescara di assestarsi al sesto posto – a pari punti con lo Spezia, anch’esso vittorioso, ma in vantaggio negli scontri diretti con il Delfino – e di guadagnare due punti sullo sconfitto Avellino, consolidando la propria posizione in zona play off e lasciando la Pro Vercelli in balia dei play out.

Federico Ferretti