Sugli spalti, la graduatoria del Pescara sembra, almeno per una volta, non contare. Gran tifo e botti di fine anno anticipati di 24 ore a suon di tamburi e petardi, che stordiscono dopo appena tre minuti il Diavolo: prima controversia del pomeriggio tra Maldera e Boni, dirimuta dall’avvocato Menegali – arbitro dell’incontro – con una punizione al limite dell’area a favore del Delfino, Silva serve intelligentemente Cinquetti, il cui tiro mancino fa secco Albertosi. E dire che Giacomini aveva avvertito, proprio alla vigilia, di stare attenti alle palle inattive. Anche Giagnoni aveva detto la sua alla vigilia, ma sull’alimentazione dei propri giocatori, togliendo la carne dal menu della cena del sabato sera e proponendo frittata per tutti come secondo piatto. Peccato che a Prestanti l’omelette “gli si riproponga” il giorno dopo sul campo, dando il la, con un rinvio maldestro, ad un’azione confusissima, che prosegue con un tiro di Bigon, un rimpallo di Carotti ed il tocco tragicomico dello stesso Prestanti alle spalle del proprio portiere Piagnerelli. Un’azione a dir poco fantozziana, con cui il Milan giunge al pareggio al 23’, dopo che Albertosi, su azione d’angolo, era stato costretto a salvarsi di pungo per anticipare Silva. Il Diavolo pullula di centrocampisti – lo è anche Carotti, nonostante il nove sulle spalle – che vanno al piccolo trotto. Oscar delle lentezza a De Vecchi e Buriani, mentre il più propositivo è Romano, che va vicino al goal al 42’, concludendo fuori non di molto. Chiodi, unica punta milanista, combatte molto, ma con scarsa efficacia e l’unica volta che riesce a battere a rete viene fermato da Menegali per un’irregolarità, punita con un giallo a seguito di proteste non proprio oxfordiane. Proprio sul finale, grande intervento di Piagnerelli su un bolide di Carotti.
Nel secondo tempo, è sempre il Pescara a fare la partita e uomini come Boni, Ghedin, Repetto e Cerilli sembrano giganteggiare in confronto ai diretti avversari, che si muovono al rallentatore Ghedin costringe subito Albertosi alla paratona, dopodiché si susseguono capovolgimenti di fronte sul piano delle azioni e delle proteste arbitrali: Chinellato atterra Bigon in area e poco dopo tocca a Chiodi andare giù, ma Menegali lascia proseguire. Boni, già ammonito, “maciulla” Buriani, ma il direttore di gara non ritiene di dover estrarre il secondo giallo, scatenando la funesta ira rossonera. Chiodi colpisce di testa senza fortuna, ma è destino che Menegali debba scontentare tutti e, alla mezz’ora, sono i biancoazzurri ad inveirgli contro per un atterramento in area di Repetto non sanzionato con la massima punizione. Quindi, al 78’, secondo appello di Giacomini all’insegna del “free kick alert” inascoltato dai milanisti: fallo di Romano su Repetto di nuovo al limite dell’area, punizione di Cerilli per Silva che, ancora una volta, non saetta in porta e libera al tiro Chinellato, smarcatosi opportunamente, che non lascia scampo ad Albertosi. Gioisce “l’Adriatico” biancoazzurro, mentre per il vicepresidente rossonero Gianni Rivera è passato troppo poco tempo dal campo alla scrivania per non rendersi conto della mancanza, nelle retrovie, del senso della posizione di Bet, nonostante il contributo positivo di Collovati e senza togliere nulla ai diciannovenne Baresi e Minoia. Il Diavolo si infervora e schiaccia il Delfino nella propria area, sfiorando il 2 – 2 con un’inzuccata di Collovati ed una rasoiata di Maldera. Ad un minuto dalla fine, Collovati perde un contrasto a centrocampo con Ghedin, che, pur inseguito da Buriani, si invola verso Albertosi, sospinto virtualmente da tutto “l’Adriatico” che si alza in piedi, per poi mettersi le mani nei capelli, vedendo la sfera terminare sul fondo.
Ma i due punti non sono in discussione ed alla fine per il Delfino quel che resta degli anni ’70 non è che una vittoria..!
Federico Ferretti