Amarcord… Serato salva il fortino

Domenica 16 marzo 1975 si gioca la 24° giornata del campionato di serie B 1974 – ’75 ed il Pescara ospita il Parma. I biancoazzurri, esordienti tra i cadetti, sono noni in classifica insieme a Genoa e Sambenedettese, lontani quattro punti e ben nove squadre dal terz’ultimo posto e, soprattutto, sono ancora imbattuti “all’Adriatico”. Onestamente verrebbe da chiedersi se ad inizio stagione fosse lecito pronosticare un Delfino così guizzante nel mare della B, esplorato per la prima volta nella propria storia.

Dunque, recapitolando: zona tranquillità di fatto raggiunta con largo anticipo e “legge dell’Adriatico” applicata fino a quel momento ad ogni avversario più o meno severamente, in quasi perfetto equilibrio (sei vittorie e cinque pareggi), così come il conto delle marcature registra il minimo scarto (21 fatte, 20 al passivo). Unico vero neo sulla pelle del Delfino, il saldo delle trasferte, dato anche questo evocante un certo equilibrio: così come il Pescara non ha mai perso in casa, non ha mai vinto lontano “dall’Adriatico”, tornando sei volte a casa con un punto ed altre sei a mani vuote.

Sei volte X che però hanno permesso agli abruzzesi di muovere la classifica, senza mai passare dal giallo al rosso nella spia dell’emergenza graduatoria. Onestamente, difficile chiedere di più alla pattuglia di Tom Rosati, il grande artefice della promozione del 1974. Eppure, amplificate dalla liberalizzazione delle radio e TV locali private appena entrata in vigore, si sentono eccome le voci degli scontenti. Così, la memoria corta delle imprese appena trascorse e l’ossessione del “C’è sempre di meglio” arrivano in taluni casi addirittura al punto di oscurare la figura mitologica di Rosati.

Accendi la TV o sintonizzi la radio su un emittente locale e puntuale arriva la telefonata anti Tom. Tre i gruppi fondamentali di critiche che piovono, ingenerose, sul tecnico marchigiano, così sintetizzabili: 1) Possibile che ancora non sia stato in grado di trovare una tattica adeguata per vincere in trasferta? 2) E’ un difensivista ad oltranza, con un po’ più di coraggio quei cinque pareggi in casa potevano essere altrettante vittorie. 3) E’ e resterà il mago della C, ma la B richiede doti superiori per un allenatore. Certo, i “Rosatiani” ad oltranza non smettono mai di sostenere senza se e senza ma Tom, ma fa specie constatare come il diritto di critica e la legittima ambizione di alzare sempre progressivamente l’asticella senza il contrappeso di una buona dose di umiltà finiscano per tramutarsi in pura e semplice ingratitudine.

Tuttavia, a Rosati interessa poco dei suoi detrattori dell’ultima ora, unicamente preoccupato della difesa della fortezza biancoazzurra dagli assalti dei crociati emiliani affidata a Ventura, De Marchi, Bertuolo, Zucchini, Ciampoli, Palanca, Pirola, Lopez, Serato, Nobili e Ballarin. Con buone probabilità, di scontenti ce ne sono anche a Parma. I gialloblu, infatti, dopo l’exploit dell’anno precedente, chiuso da neopromossi con un ottimo quinto posto, anche se alla distanza siderale di undici punti dalle prime tre, stanno vivendo una stagione decisamente più opaca, dodicesimi in compagnia di Atalanta e Foggia, un punto dietro il Pescara.

Davvero sorprendente poi constatare la pressoché analogia di numeri e risultati dei crociati rispetto al Pescara: Tardini inviolato (sei vittorie ed altrettanti pari) e solo una vittoria lontano da casa ove però la squadra di Sereni ha trovato più difficoltà rispetto a Tom e co, già otto volte sconfitta. Proprio per ritrovare i due punti in trasferta, che mancano dal 20 ottobre, l’allenatore gialloblu manda in campo Bertoni, Mantovani, Ferrari, Andreuzza, Benedetto, Daolio, Sega, Morra, Volpi, Corbellini e Bonci, quest’ultimo vice capocannoniere del campionato con otto reti, insidia numero uno per il Delfino.

Illusoria la prima occasione, dopo appena due minuti, per il Delfino, che per poco non approfitta della mezza frittata del portiere avversario Bertoni su un tiro violento di Ballarin. Viene infatti fuori con disinvoltura il Parma, in primis per merito di Bonci che, insieme a Sega, decentra sulle fasce la quasi totalità delle azioni offensive emiliane, mentre Volpi, come suo solito, arretra molto per far salire i compagni, portando spesso fuori area e… fuori posizione lo stopper biancoazzurro De Marchi, in palese affanno. Notevoli le difficoltà anche per Zucchini e Pirola, che perdono spesso i duelli diretti rispettivamente con Daolio e Corbellini, mentre Ciampoli è costretto a fare il terzino su Bonci, pericoloso al 16’ con un pallonetto ben intercettato da Ventura.

Che, però, un minuto dopo, si rivela colpevole o quanto meno correo di posizionamento imperfetto sulla zampata di Sega, che corregge in goal una torre di Morra su angolo di Corbellini. Azione tutta di prima, per la verità molto bella, che agita le acque dell’Adriatico.

Avanti 1 – 0, Corbellini si dimostra maestro nell’organizzazione delle ripartenze del Parma, a cui gli abruzzesi oppongono una reazione orchestrata da una manovra piuttosto confusa, ma fortunosamente produttiva del pareggio in soli dieci minuti: Pirola, complessivamente insufficiente in cabina di regia, alza un pallone su cui si crea il caos in area gialloblu, Bertoni ci mette del suo ad uscire a vuoto e, quasi per caso, Serato insacca. E’ la molla che fa scattare il Delfino, all’assalto con iniziative personali di Pirola, Nobili e Lopez, davvero vicinissimi al 2 – 1, poco dopo la mezz’ora, il primo con uno splendido rasoterra millimetricamente finito sul fondo, l’altro con una staffilata delle sue che si schianta sulla traversa.

Errori pesanti, anche perché Ballarin e Serato perdono progressivamente lo smalto iniziale e, soprattutto, il centrocampo biancoazzurro di giornata non fa filtro, costantemente esposto al gioco di rimessa degli emiliani. Che, al 42’, fanno rabbrividire “l’Adriatico” con lo scatenato Bonci, a cui l’ennesimo errore di Ciampoli consente di galoppare in libertà e presentarsi solo davanti a Ventura per poi concludere in diagonale senza inquadrare lo specchio della porta, forse anche per stanchezza.

Un violento acquazzone saluta l’inizio del secondo tempo, inzuppando il terreno, incapace però di frenare l’esuberanza del gioco del Parma. La ripresa è tutta della squadra di Sereni, che prima fallisce il nuovo vantaggio con Morra, lasciato ancora una volta a tu per tu con Ventura dalle non marcature del Delfino, e poi pareggia il conto dei legni con Daolio.

“Prendiamoci questo punto e salviamo l’imbattibilità in casa” è il pensiero dominante dei tifosi biancoazzurri, che spezzano solo una volta la sofferenza al 30’, quando Bertoni si supera nel deviare in angolo una bordata dalla distanza di Lopez. Così, anche grazie ad un po’ di fortuna, anche i crociati sbattono sulle mura del fortino pescarese, ancora una volta reso inespugnabile grazie all’opportunismo di Serato in un pomeriggio decisamente oscuro…

Federico Ferretti