Amarcord… Undici metri di passione

Domenica 13 marzo 1988 si gioca la 22° giornata del campionato di serie A 1987 – ’88 ed il Pescara ospita la Fiorentina. Tanto di cappello al Delfino, tornato nel massimo campionato dopo sette stagioni e capace, grazie al gioco spumeggiante di Galeone, di salire fino al nono posto, cinque lunghezze sopra la zona retrocessione. Considerato il valore della vittoria (allora di due punti) e la riforma dei campionati, che per l’anno in corso prevede solo due retrocessioni in B, il margine di vantaggio dei biancoazzurri nei confronti dei pericolosi bassifondi di classifica può considerarsi più che rassicurante, nonostante gli abruzzesi siano reduci da due sconfitte in fila. Allungare ulteriormente sulle ultime due nel momento decisivo della stagione significherebbe garantirsi quasi matematicamente la permanenza in A anche nel torneo 1988 – ’89, che passerà da 16 a 18 squadre. Non è, però, facile giocare contro una Fiorentina che viene da tre risultati utili consecutivi – una vittoria e due pareggi – e che annovera, tra gli altri, un certo Roberto Baggio, l’astro nascente del calcio italiano. Uno come lui non lo si dovrebbe discutere mai, ma non per Ericsson, allenatore dei gigliati, che anche “all’Adriatico”, come era accaduto sette giorni prima al Franchi contro il Torino, spedisce Baggio in panchina, non senza qualche risentimento da parte del talento di Caldogno. Sta di fatto che di fronte a certi talenti non si può non inchinarsi, anche da avversari, così come i tifosi biancoazzurri non possono non applaudire due dei protagonisti dell’esaltante risalita in A del Delfino, che ritornano da avversari. Bosco, jolly buono per tutte le partite, e, soprattutto, Rebonato, bomber autore di 21 reti, senza neanche un rigore, capocannoniere del torneo cadetto dell’anno precedente appartengono, infatti, oggi alla Signoria di Firenze. Il loro approdo in maglia viola, però, si è rivelato controverso: se Bosco, infatti, il suo spazio è sempre riuscito a ritagliarselo grazie alla sua duttilità, Rebonato si è tolto poche soddisfazioni, quasi sempre chiuso da Diaz, ed autore di un solo goal, seppure dal sapore indimenticabile per i fiorentini, nell’1 – 1 del Franchi contro la Juventus. Ericsson, dunque, manda in campo Landucci, Contratto, Carobbi, Calisti, Pin, Hysen, Bosco, Onorati, Diaz, Pellegrini e Di Chiara. Galeone dà, invece, fiducia a Zinetti, Dicara, Marchegiani, Galvani, Junior, Bergodi, Pagano, Loseto, Gasperini, Sliskovic e Gaudenzi.

Il “falso nueve”, in questo caso Gasperini, che tanto piace a Galeone per non dare punti di riferimento agli avversari, si conferma efficacissimo dopo appena quattro minuti: sulla tre quarti, assist di testa di Gaudenzi proprio per Gasperini, che avanza, vince un contrasto con Pin, e, dal limite dell’area, confeziona un destro angolatissimo, imparabile per Landucci. La viola, colpita a freddo, prova ad imbastire qualche trama sull’asse Bosco – Calisti – Pellegrini, ma le idee sono poche e confuse. Chiare e precise sono, invece, quelle del Pescara, assai pericoloso quando Junior e Sliskovic rifiniscono per gli inserimenti offensivi dei compagni e si incaricano di battere i calci piazzati, come accade al 27’, quando Gasperini sfiora il raddoppio proprio sugli sviluppi di una punizione. A parte un free kick dal limite dell’ex Bosco, che finisce altro sopra la traversa al 24’, nessuna notizia dell’attacco gigliato, tanto che “l’Adriatico” acclama a gran voce Rebonato, evidentemente così rimpianto da giustificare un potenziale autogoal del pubblico biancoazzurro in caso di entrata e successiva marcatura dell’ex bomber del Delfino.

Ericsson, però, almeno al momento, non ascolta il popolo di allenatori seduti in tribuna, tenendo Rebonato in panchina, ma buttando nella mischia Baggio, che entra al posto di Calisti. La Fiorentina, inevitabilmente, lievita di qualità, ma si espone al contropiede biancoazzurro, spesso letale, grazie, soprattutto, alle sgroppate sulla fascia destra di Pagano. E proprio l’ala abruzzese, all’11, lanciato in area di rigore con la velocità della luce, costringe Carobbi ad atterrarlo. Rigore ineccepibile, che l’arbitro Pezzella concede, ma che lo specialista Sliskovic non batte con la solita cattiveria e decisione, permettendo a Landucci di balzare sulla propria destra e respingere la conclusione. Scampato il 2 – 0, la Fiorentina torna a proiettarsi in avanti e, al 25’, Junior salva sulla linea un preciso colpo di testa di Hysen. A venti minuti dal termine, Ericsson dà il via libera a Rebonato, quarta punta, al posto del terzino destro Contratto, e lo stadio esplode nell’ennesima ovazione. Galeone, invece, fa rifiatare Gaudenzi ed inserisce Berlinghieri, che sciupa subito la palla del raddoppio, non riuscendo a districarsi in area. Zinetti è bravissimo addirittura a bloccare un bolide di Baggio, che è poi sfortunatissimo, al 36’, a centrare il palo su punizione dal limite, decretata per fallo di Galvani su Di Chiara. Galeone vede il Delfino annaspare sotto le sempre più martellanti sortite offensive avversarie e, preoccupato, negli ultimi cinque minuti, cementifica ancor più la difesa con Benini, uno stopper, che subentra al terzino sinistro Galvani. Ma proprio Benini, dopo essere stato provvidenziale per salvare due volte su Hysen davanti a Zinetti, all’89’, scalcia Di Chiara in area, stendendolo. Secondo rigore di giornata, anch’esso netto, e trasformazione ineccepibile di Baggio, che immalinconisce il Delfino e fa rifiorire il Giglio sul dischetto…

Federico Ferretti