Verso #PescaraTrapani, mister #Luciano Zauri

Parola d’ordine? Resilienza. Quella che dovrà accompagnare domani il Pescara, di scena all’Adriatico contro il Trapani, nella prima delle tre partite in una settimana con le quali si concluderà il girone di andata. Dunque, trasformare una situazione di imbarazzo, dopo la sconfitta di Frosinone, in energia positiva, per riscattarsi subito. Di certo la compagine biancazzurra non si lascia ingannare dalla penultima posizione in classifica dei siciliani, d’altronde tutte le partite sono pericolosissime e a maggior ragione questa, considerato il recentissimo ribaltone, con l’esonero di Baldini e l’arrivo, appena due giorni fa, dell’esperto Fabrizio Castori. Ed è noto come il cambio di allenatore dia sempre una forte scossa alla squadra che ne è protagonista. Lo sa bene anche il tecnico pescarese, Luciano Zauri. “Giocando in casa dobbiamo assolutamente vincere, ma non è mai scontato. Il Trapani viene da un cambio di allenatore e ciò comporta sempre una scossa, se non sul piano tecnico sicuramente in termini di atteggiamento. Sarà una battaglia, anche per le caratteristiche di mister Castori che dà questa impronta. Cosa mi aspetto sul piano tattico? Un 4-4-1-1 o un 5-3-2, i moduli che porta in campo più frequentemente, ma non so dirlo con certezza. In base al sistema di gioco che proporranno gli avversari ci regoleremo, magari cambierò qualcosa, almeno in fase di non possesso. Nel calcio bisogna pensare prevalentemente a se stessi, ma non trascurare la controparte”. Zauri, contrariamente alla sua abitudini, stavolta non fa pretattica e annuncia il ritorno al 4-3-2-1, complice anche il rientro di Palmiero, di fatto l’unico regista di ruolo, la cui figura era stata “compensata” dai due mediani. Ripropone così l’ormai famoso “Albero di Natale”, anche se non svela gli interpreti. C’è ancora qualche piccolo dubbio sulla “stella” da posizionare sulla punta, se Borrelli o Maniero. Il mister torna quindi all’antico, ma non manca qualche pensiero recondito per quello che poteva essere e non è stato la scorsa settimana, con quel modulo un po’ diverso (3-4-1-2): “Credo fermamente che avrebbe potuto funzionare, tuttavia i fatti non mi hanno dato ragione, quindi faccio autocritica e mi assumo tutta la responsabilità. Se ho temuto l’esonero dopo quella sconfitta? Onestamente no. Noi finora abbiamo sempre provato a giocare in un certo modo, ci è riuscito a tratti, comunque ci abbiamo sempre provato”. In fin dei conti, certe intuizioni del tecnico non sono da sottovalutare: è stato proprio lui, infatti, a creare il triumvirato Borrelli-Machin-Galano, dando adito al millenial della primavera e rendendolo titolare in una prima squadra e avvicinando i due trequartisti, “esperimento” che fino alla settimana scorsa aveva reso l’attacco biancazzurro il più prolifico della categoria (ora è il secondo dopo il Benevento, ndr). Comunque, dal Pescara non si sa mai cosa aspettarsi, ma almeno non ci si annoia mai. Al momento è nella terra di mezzo, vicinissimo ai play off come pure alla zona che scotta, perciò la partita con il Trapani può diventare determinante. “E’ un momento delicato – conclude l’allenatore pescarese – ma se avessimo solo due punti in più, non dico che staremmo parlando di altro, però l’equilibrio è talmente sottile…. La classifica è così corta che tutto può cambiare in due giornate. Ora ci vuole la vittoria che è la medicina migliore. Se importa anche il modo con cui dovesse arrivare? Beh, tendenzialmente se giochi bene il 99% delle volte hai più possibilità di fare risultato, però contro il Trapani conta solo a vincere, indipendentemente dal modo. Ovvio che se si gioca bene tanto meglio, quindi ci auguriamo entrambe le cose”.