Amarcord… Indenni nella gabbia degli Squali

Domenica 4 novembre 2007 è in programma la dodicesima giornata del campionato di serie C1, girone B, 2007 – ’08 ed il Pescara scende in Calabria per giocare contro il Crotone. Volano i rossoblu in classifica, terzi in compagnia del Perugia ed a soli due punti dalla capolista Ancona, battuta 2 -1 “all’Ezio Scida” tre giorni prima, nel turno infrasettimanale. Una vittoria, quella contro i marchigiani, che ha affilato ancor di più i denti degli Squali, sconfitti una sola volta nei primi undici turni del torneo (2 – 1 a Perugia) ed in serie positiva da otto (cinque vittorie e tre pareggi). Viceversa, il Delfino, solo tredicesimo, pare ancora dover metabolizzare la retrocessione dai cadetti avvenuta l’anno precedente e, soprattutto, l’ennesimo cambio, il quarto in un anno, ai vertici della società, ove, da meno di un mese, figura Gerardo Soglia. Trentaseienne imprenditore campano impegnato nell’edilizia e nell’ospitalità alberghiera, il quinto per fatturato nel settore, Soglia, dopo essere stato vicino per qualche tempo ad acquisire il Chievo, almeno secondo voci di corridoio, l’8 ottobre del 2007 versa nelle casse biancoazzurre un milione ed 820.000 euro, cifra minima per sostenere la ricapitalizzazione della società abruzzese. Coinvolto, come nuovo proprietario del Delfino, dalla Cassa di Risparmio di Pescara, dopo varie trattative fallite con i numeri uno di alcune aziende locali, Soglia diviene ufficialmente presidente del Pescara senza, però, che il patron uscente Pincione abbia formalizzato le proprie dimissioni ed aprendo, dunque, una battaglia legale destinata a trascinarsi per anni. In tutto questo, la squadra – penalizzata pure di un punto per mancato versamento dell’IRPEF, a causa del marasma nella stanza dei bottoni biancoazzurri – dopo aver beccato ben sette goal tra Potenza e Lucchese nelle prime due giornate, ha rialzato il capo, presentandosi in Calabria reduce da due pareggi. Nonostante l’imbattibilità esterna, un Delfino nella gabbia di Squali affamatissimi è, pertanto, metafora scontata quanto efficace per presentare la gara di Crotone. Lerda, allenatore degli abruzzesi, per cercare quantomeno di evitare lo sbranamento ad opera degli avversari, schiera un robusto 4-4-2 con Indiveri in porta, Mottola, Pomante, Conti e Vitale in difesa, Felci, Fortunato, Caracciolo e Micco a centrocampo, Alfageme e Sansovini in attacco. Indiani risponde con il 4-3-3 che prende forma con Concetti tra i pali, protetto da Fumasoli, Rossi, Ogbonna e Bonomi, mediana sostenuta da Pacciardi, Pederzoli e Galardo, Basso, Russo e Ghezzal rebbi del tridente offensivo.

Sul campo reso insidioso dall’incessante pioggia caduta per giorni in riva allo Jonio, Lerda risparmia Ferraresi e Luca Di Matteo, entrambi deludenti ed apparsi stanchi a margine dello 0 – 0 di tre giorni prima in casa contro la Massese. Come era prevedibile, la gara è sin dal principio complicata per il Delfino, subito morso dagli Squali al primo affondo: cross di Galardo e Basso va molto in alto, incornando di testa alle spalle di Indiveri. E’ il prologo di un rimpiattino che fa trotterellare in verticale entrambe le squadre, tutt’altro che lucide sul piano tecnico, visto anche il terreno pesantissimo, ma capaci di tenere alto il ritmo e la suspense dei 3.000 spettatori. Così, sei minuti dopo il vantaggio calabrese, al 24’, Fortunato pennella un pallone in area su cui Concetti sbaglia completamente il tempo dell’uscita, commettendo il secondo errore in quattro giorni, Sansovini prova ad approfittarne, ma è Micco che si rivela decisivo, infilando la porta rimasta incustodita. Per un Concetti incerto, un Indiveri, invece, super a negare a Russo quello che sarebbe stato il goal dell’ex, apice della arrembante reazione crotonese.

Ad inizio del secondo tempo, Lerda inverte le posizioni di Felci e Fortunato, che si scambiano i ruoli di esterno destro ed interno di centrocampo. La squadra fisicamente regge il confronto con avversari di rango superiore, ma paga l’assenza di un vero regista, perdendo troppi palloni. Allora, ecco il momento di Luca Di Matteo, che, al 18’, rileva un Alfageme divenuto un corpo estraneo alla partita. Il Delfino passa al 4-5-1 e prova a fare densità a centrocampo, ma sono sempre gli Squali a minacciare Indiveri, salvato dall’incrocio dei pali che dice di no a Ghezzal. La pressione rossoblu aumenta allorché Indiani prepara l’assalto finale con due punte fresche, Dal Rio e Bischeri, sostituti, rispettivamente, di Russo e Basso, ed un terzino “stantuffo” come Borghetti, spedito in campo al posto di Fumasoli. Indiveri è bravissimo a salvarsi su Dal Rio con l’aiuto della traversa, mentre i due centrali biancoazzurri, Conti e Pomante, sono sempre attentissimi in ogni circostanza. E non c’è da scandalizzarsi se la gara si chiude con un catenaccio di altri tempi, efficace nel mantenere indenne fino all’ultimo un pareggio importantissimo, lasciando il Crotone a meditare su Concetti sbagliati…

Federico Ferretti