Amarcord… Il Delfino beve il Canarino

Martedì 13 marzo 2007 è in programma, come turno infrasettimanale, la 28° giornata del campionato di serie B 2006 – ’07 ed il Pescara va a far visita al Frosinone. Nelle difficoltà, non si può certo dire che al Delfino targato 2006 – ’07 sia mancata…l’abbondanza di risorse umane! In sei mesi di stagione (da settembre a marzo), infatti, cinque allenatori – Ballardini, Ammazzalorso, l’accoppiata Vivarini/Di Battista e De Rosa – e addirittura quattro presidenti. In particolare, nella stanza dei bottoni, dopo il ping pong Paterna – Renzetti, ecco, dopo ulteriori tira e molla, Massimiliano Pincione, ventesimo patron della storia biancoazzurra, insediatosi appena cinque giorni prima della trasferta ciociara. L’architetto, originario di Cugnoli ed emigrato poi negli USA, rivela come l’acquisto del Delfino, attraverso la sua partecipazione nella società “Pescara ’70”, sia stata una questione di cuore, a cui non si comanda neanche quando si è dall’altra parte dell’Oceano.

“Amore a distanza? Nessun problema, un mio rappresentante di fiducia sarà in riva all’Adriatico e mi informerà continuamente sulla situazione”. Che è disperata: penultimo posto in classifica, appena un punto sopra il fanalino di coda Arezzo, e a meno sei dalla zona play out, che sembra lontanissima. I conti non tornano, in società, così come in difesa, la peggiore del campionato con 46 reti al passivo. In più, la prima di Pincione patron si è rivelata a dir poco catastrofica: 2 – 6 in casa sotto i colpi del Modena. Insomma, salvare il salvabile è quello che resta al povero Delfino di De Rosa, schierato in Ciociaria con un 4-4-2 formato da Polito in porta, Zoppetti, Olivieri, Delli Carri e Mora in difesa, Rigoni, Papini, Aquilanti e De Falco a centrocampo, Vantaggiato e Martini in attacco. Al partito dei pugili usciti suonati dall’ultimo turno si è iscritto anche il Frosinone, che a Lecce si è beccato cinque sberle.

Schiaffoni dolorosi dopo le tante carezze che i Leoni sono riusciti ad elargire al primo campionato di serie B della loro storia, che li vede tranquilli all’undicesimo posto, ormai quasi certi di essersi assicurati la residenza in cadetteria anche per il 2007 – ‘08. Niente male per una società sana ed in crescita, dopo essersi ritrovata per due volte fallita nel corso della storia. Ivo Iaconi, protagonista dell’esaltante promozione dei gialloblu e confermatissimo in B, non vince comunque da tre giornate, chiuse con due sconfitte ed un pareggio. Contro il Pescara, i Canarini si specchiano con il Delfino, rappresentati da Zappino tra i pali, Ischia, Antonioli, Pagani e Bocchetti nelle retrovie, Lodi, Perra, D’Antoni e Di Venanzio in mediana, Di Nardo e Margiotta di punta.

Nel primo tempo entrambe le squadre devono ancora smaltire i postumi delle scazzottate patite contro Modena e Lecce. Il Delfino, seppur senza troppa convinzione, almeno ci prova: intorno al quarto d’ora, Vantaggiato saetta da lontano per due volte, mentre, a cinque minuti dall’intervallo, Rigoni si sbarazza di tre avversari per poi calciare fuori di pochi millimetri. Iaconi, avvilitosi per l’inesistenza della propria squadra, dopo tredici minuti della ripresa rimpiazza Margiotta – statico e mal servito dai compagni – con il folletto Dedic e le premesse sembrano incoraggianti: al 16’, stop e tiro immediato del neo entrato, ben parato da Polito. In precedenza, Di Deo sostituisce Ischia, mentre al 69’ è il turno di Lacrimini per Di Venanzio. I Leoni si svegliano, soprattutto sulla fascia sinistra, dove iniziano a graffiare il Delfino con traversoni interessanti.

Principale artefice delle pennellate d’autore, Lacrimini, come al 72’, quando Di Deo ostacola Di Nardo al centro area proprio sul più bello. Tre minuti dopo, decisamente meno fortunata la sostituzione operata da De Rosa: Moscardi gioca, infatti, appena nove minuti al posto di Papini, beccandosi un rosso diretto dall’arbitro Iannone. Dedic ci prova ancora, ma, a guardar bene, negli ultimi minuti di partita l’unico vero particolare che balza agli occhi l’intreccio di maglie/bandiera e nazionalità di cui si rendono protagonisti i due portieri, con il brasiliano Zappino che rende omaggio al tricolore e l’italianissimo Polito d’albiceleste vestito, alla fine neanche troppo sporcati dal marrone ed il verde del terreno del Matusa, su cui si materializza uno 0 – 0 divenuto sempre più probabile con lo srotolare del tempo. Dopo sei Canarini indigesti, almeno uno… palliativo.

Federico Ferretti