Amarcord… Un terribile uno due

Domenica 1° dicembre 1985 è in programma la tredicesima giornata del campionato di serie B 1985 – ’86 ed il Pescara è di scena ad Ascoli. Nei primi dodici incontri del torneo, i biancoazzurri di Catuzzi hanno fatto il pieno di complimenti, un po’ meno di punti. La squadra gioca bene, diverte con la sua moderna zona a tutto campo, spesso domina gli avversari, ma raccoglie decisamente meno rispetto a quanto produce, soprattutto lontano dall’Adriatico, ove il Delfino ha sempre perso fino a quel momento.

La classifica vede i biancoazzurri all’undicesima piazza, che li obbliga innanzitutto a guardarsi alle spalle prima che di cullare sogni di gloria. In teoria, stante la forza dei marchigiani, primi in classifica ed usciti sconfitti solo all’esordio stagionale, non sarebbe questa la gara alla portata del Pescara per ritrovare una vittoria che manca da due turni, amaramente conditi da una sconfitta di misura a Perugia per 1 – 0 e da uno scialbo pareggio casalingo per 0 – 0 contro il Catanzaro. Catuzzi ci prova comunque con Rossi, Venturini, Olivotto, Bosco, Loseto, Ciarlantini, De Rosa, Acerbis, Rebonato, Roselli e Gasperini. Sull’altro fronte, il duo Boskov – Sensibile risponde con Corti, Dell’Oglio, Cimmino, Iachini, Perrone, Trifunovic, Bonomi, Pasinato, Vincenzi, Incocciati e Barbuti.

Il vulcanico presidente Rozzi, di rosso foderato ai piedi, a detta di lui per allontanare i corvi del malaugurio dal suo amatissimo Picchio, è stato chiaro sin dall’inizio del torneo: riprendersi subito la A, tristemente abbandonata al termine del 1984 – ’85. La battaglia di giornata per la “riconquistA” si rivela, però, più difficile del previsto per gli uomini di Boskov e Sensibile, che fanno la partita, ma subiscono le fulminee ripartenze abruzzesi. Proprio in una delle tante azioni di rimessa, al 37’, i biancoazzurri sfiorano il vantaggio con Rebonato, fermato da un prodigioso intervento di Corti in uscita.

Il portiere bianconero si ripete dopo appena un minuto della ripresa, sventando acrobaticamente un insidioso colpo di testa di De Rosa. Ascoli, dunque, spesso in bambola al cospetto delle transizioni avversarie ed inaspettatamente in difficoltà anche al momento di imporre la propria manovra, che Catuzzi ostacola abilmente chiedendo a Bosco di sdoppiarsi nel ruolo di mediano e di libero, per dare manforte a Ciarlantini. Tutto sembra funzionare a meraviglia per i biancoazzurri, anche se tre assoli di Vincenzi aumentano la pressione sul fortino abruzzese. Poi, al 61’, purtroppo per il Delfino, il Picchio torna a farsi rapace, sfoderando gli artigli da vera capolista, anche se con più di un’ombra sulla scena di predazione: Incocciati scatta sul filo del fuorigioco e batte Rossi.

Il guardalinee De Sanctis alza la bandierina, ma l’arbitro Pirandola, pur inseguito da un furibondo manipolo pescarese, indica il centrocampo, assumendosi la responsabilità di non aver visto alcun off side. Seppure non convintissimo, l’assistente di linea si adegua ed il gioco riprende. Gli abruzzesi, però, innervositi dall’episodio, accusano il demeritato svantaggio e, tempo soli quattro minuti, beccano il raddoppio del Picchio firmato da Vincenzi, che spara sotto l’incrocio dei pali più lontano un missile imparabile per Rossi. Pirandola, intanto, estrae cartellini gialli come numeri al lotto, prima che il rosso ad Incocciati per una ginocchiata a Venturini riaccenda le speranze pescaresi negli ultimi venti minuti.

Il Picchio, però, resiste, volando sempre più in alto solo in vetta alla classifica, troppo più esperto e cinico nei confronti di un Delfino ancora una volta bello, ma perdente…

Federico Ferretti