Il troppo spreco stroppia

Domenica 21 novembre 1999 è in programma la 12° giornata del campionato di serie B 1999 – ’00 ed il Pescara gioca in trasferta contro la Ternana. Entrambe le squadre, appaiate al decimo posto in classifica, sono in profonda crisi di risultati, che ne ha compromesso la buona partenza iniziale e più di qualche pronostico favorevole ad un loro possibile inserimento nelle zone nobili della graduatoria. Il Delfino, va detto, non gioca male, anzi, ma non vince da sei giornate, equamente distribuite tra pareggi e sconfitte. La quart’ultima piazza – l’ultima utile per la promozione nel massimo campionato – disterebbe solo quattro lunghezze, ma, considerato il numero di avversarie accumulatesi là davanti e la penuria di punti incamerati dai bianco azzurri nel recente passato, continuare a parlare di serie A sembrerebbe quantomeno azzardato, se non, addirittura, dannoso. E poi secondo Galeone, tecnico alla sua terza esperienza in riva all’Adriatico, ci sono almeno cinque squadre (Atalanta, Brescia, Napoli, Sampdoria e Vicenza, guarda caso tutte precedenti il Pescara in classifica) dall’organico stellare, con cui, onestamente, pare difficile competere. Almeno, però, si potrebbe rinunciare a qualcosa sul piano dello spettacolo per riassaporare il gusto della vittoria. Situazione speculare pure quella della Ternana, a cui mancano i tre punti da sette turni, contrassegnati da cinque pari e due sconfitte. Guerini, allenatore dei rosso verdi, dimostrando grande rispetto per gli avversari, sceglie una formazione molto fisica, rinunciando alla qualità di giocatori come Artico, Buonocore, Cucciari e Sesia, e non vergognandosi di proporre il vecchio libero come ultimo baluardo difensivo. Via, allora, al modulo 1-3-4-2 con Balli in porta, Lucci libero, Grava, Stellini ed Annoni gli altri marcatori, Baccin, Fabris, Rovinelli e Cordone a centrocampo, Miccoli e Ginestra in attacco. Galeone, invece, non rinnega il suo caro 4-3-3 e presenta Aprea tra i pali, Galeoto, Gregori, Giacobbo e Lambertini nelle retrovie, Baldi, Allegri e Sullo in mediana, Palumbo, Vukoja e Massara il tridente di punta.

E’ subito un Delfino arrembante quanto enormemente sciupone sotto porta: in tre minuti, tra il 5’ e l’8’, Vukoja prima non concretizza a dovere un assist di Sullo, poi scivola goffamente davanti a Balli. Un minuto dopo, Allegri va troppo morbido di piatto ed, ancora, un’ottima combinazione Palumbo – Sullo per poco non rende Grava protagonista di una clamorosa autorete. Quindi, al 21’, ecco pure il bonus che proprio non si può rifiutare: Massara, da destra, smarca Vukoja, Lucci, in vantaggio, riesce a farsi scavalcare dall’attaccante e croato, che è costretto a stendere in area. Ultimo uomo, rosso diretto per il libero umbro e calcio di rigore che si abbattono come una mannaia da macellaio sugli uomini di Guerini. Dal dischetto, però, Vukoja calcia con un’insostenibile leggerezza di chi è convinto di avere la situazione in pugno, senza fare i conti, però, con l’abilità di Balli, che non si scompone ed intercetta la non certo trascendentale conclusione della punta di Galeone. Che può, comunque, trasformare l’ira funesta in applausi nel giro di quattro minuti, quando Baldi imbecca Palumbo che, in scivolata, stavolta non fallisce e, con un diagonale imparabile, porta avanti i suoi. Stante l’estrema precarietà dei rosso verdi, il raddoppio pescarese sembra davvero solo una questione di tempo, con Balli che vola su Palumbo alla mezz’ora e lo stesso attaccante esterno abruzzese che – favorito dall’impasse di Vukoja – colpisce una clamorosa traversa a tre minuti dall’intervallo. In tutto questo marasma bianco azzurro, la Ternana, risistematasi con una sorta di 4-3-2 con Servidei nuovo centrale difensivo al posto di Rovinelli, un centrocampista, va alla deriva, ma non affonda e, addirittura, proprio sul finale di tempo per poco non trova un’insperata ancora di salvezza con Ginestra, che, su cross di Annoni, impatta malissimo di testa da due passi.

Nella ripresa, accesi i riflettori, nuovo intervento di Guerini: fuori un deludente Ginestra e dentro Artico a dar manforte a Miccoli, apparso solo contro tutti, insieme alle sue serpentine, nei primi 45 minuti. Incredibilmente, la Ternana migliora, con Baccin che per interpretazione tattica sembra un giocatore di serie A, Cordone che carbura come un diesel e Fabris che si carica sul groppone il ruolo di guida nelle frequenti situazioni di inferiorità numerica. Colpevolmente, invece, il Pescara scompare dal campo: i lanci da quaranta metri di Allegri, gli inserimenti di Sullo, le discese di Galeoto e le percussioni di Palumbo e di Massara che avevano incantato all’inizio lasciano il posto ad una presuntuosa gestione del risicato vantaggio. Al 13’, fallo di Sullo su Annoni e punizione da circa 30 metri, calciata dallo stesso Annoni e fatta ribattere dall’arbitro Bolognino stante l’uscita prematura dalla barriera di Galeoto, che viene ammonito. Annoni ci riprova, ne nasce una parabola a giro che trova la traversa sponda nemica di Aprea, che si lascia sorprendere. Lo stadio Liberati esplode di gioia ed incredulità, mentre tutto il Pescara si chiede come sia stato possibile lasciare accadere tutto ciò. Galeone si infuria, richiama Massara e Vukoja e li rimpiazza con Giampaolo e Zanini. L’allenatore bianco azzurro si sgola, chiede ai suoi di sfruttare l’uomo in più con rapide verticalizzazioni, ma, per tutta risposta, il Delfino continua a specchiarsi in un’inutile irritante tiki taka a centrocampo, che produce appena due tiretti di Giampolo ed Allegri, più che normale amministrazione per il super Balli di giornata.

Più il tempo passa, più i bianco azzurri sprecano energie fisiche e nervose, mentre la Ternana si galvanizza, combatte e, alla fine, riesce a resistere. Un uomo in più, un rigore a disposizione, un goal di vantaggio: quand’anche il mondo degli episodi a favore non basta..!