Amarcord… Battuti dagli imbattuti

Domenica 28 ottobre 1979 è in programma la settima giornata della serie A 1979 – ’80 ed il Pescara gioca a Cagliari. Complice un calendario davvero proibitivo, che nei primi sei turni ha opposto al Delfino, tra le altre, Inter, Roma, Juventus e Fiorentina, i biancoazzurri sono ancora alla ricerca della prima vittoria nel massimo campionato, il secondo della loro storia. Ora, l’obiettivo degli abruzzesi è quello di migliorare il rendimento in trasferta, dove sono arrivate tre delle quattro sconfitte patite fino a quel momento, per abbandonare l’ultimo posto in classifica ed iniziare a capire se ci siano reali chance di salvezza. La carta vedrebbe l’impegno a Cagliari, neopromossa al pari del Pescara, non certo proibitivo come quelli di Milano e Torino, ma i sardi hanno provveduto a stracciarla, rivelandosi la più piacevole sorpresa del torneo. I rossoblu, infatti, quarti in compagni di Perugia e Torino, sono ancora imbattuti, al pari dell’Inter, pur vincendo una volta sola. Ma la partita regala anche un derby isolano sulle due panchine, tra Giagnoni, originario di Olbia, allenatore del Delfino, e Tiddia, nato a Sarroch, alla guida dei rossoblu. I due si ritrovano a duellare ad un anno di distanza dalla prima sfida che ha visto, in Coppa Italia, Tiddia avere la meglio sul collega allora trainer della Roma ed oggi al timone del Delfino. Giagnoni cerca, dunque, la rivincita contando su Pinotti, Chinellato, Prestanti, Negrisolo, Pellegrini, Eusepi, Cerilli, Domenichini, Silva, Nobili e Cinquetti. Tiddia vuole naturalmente fare il bis, affidandosi a Corti, Roffi, Longobucco, Casagrande, Ciampoli, Brugnera, Gattelli, Bellini, Selvaggi, Marchetti e Piras.

Al 10’, bel cross dalla destra di Gattelli e pronta girata a centro area di Piras, alta di poco, a cui risponde, un minuto dopo, una conclusione dalla distanza di Nobili, parata da Corti. Il Delfino fa molta densità a centrocampo per cercare di soffocare i sardi, ma ha il demerito di lasciare Silva troppo isolato, facile preda dei difensori avversari. I rossoblu non entusiasmano, però denotano grande compattezza, subendo davvero poco o nulla. Piras, attivissimo, serve in area Selvaggi, che sfiora il vantaggio calciando alto. Poi, al 38’, Marchetti si conferma protagonista in positivo, proprio come all’Olimpico nel pareggio contro la Lazio di sette giorni prima: il numero dieci del Cagliari calcia un angolo mal respinto dalla retroguardia abruzzese, la sfera gli ritorna sui piedi, nuova sparata potentissima in diagonale e testa di Pellegrini a fare da spalla giusta “flipperiana” per mettere fuori causa Pinotti e portare i sardi avanti 1 – 0. Una mazzata sul piano psicologico per gli uomini di Giagnoni, che rischiano, due minuti dopo, di subire il raddoppio rossoblu, ottimamente sventato da Pinotti, che dice no ad una pregevole conclusione di Gattelli dal limite dell’area.

Nella ripresa è soprattutto il bravo Cerilli a trascinare il Delfino nel tentativo di risalire la corrente. Il centrocampista biancoazzurro è praticamente ovunque, anche se l’occasione buona per il pareggio capita a Cinquetti che, però, invece di servire il liberissimo Silva, si intestardisce nel voler tirare, colpendo l’esterno della rete. Sul piano del ritmo in mediana ci si aspetterebbe qualcosa in più dal neo acquisto biancoazzurro Negrisolo, appena arrivato nel mercato di riparazione allora autunnale, e, invece, ci si ritrova a rimpiangere in più di una circostanza lo squalificato Boni. Quindi, negli ultimi venti minuti, Giagnoni decide di osare, inserendo l’attaccante Di Michele al posto di Cinquetti. Tiddia, di contro, temendo i fuochi d’artificio biancoazzurri nel finale, prova a spegnerli aggiungendo un difensore, Canestrari, al posto della punta Piras, che, prima di abbandonare il campo, calcia sul fondo. Infine, al 32’, Nobili batte una punizione troppo centrale per sorprendere il sempre attento Corti.

Così, è Tiddia a superare ancora una volta Giagnoni, che vede il suo Delfino affondare nuovamente lontano “dall’Adriatico”…

Federico Ferretti